mercoledì 1 settembre 2010

Finalmente le Rockies!

Stamani ci siamo svegliati alle 5 giusto per non perdere l’abitudine e un po’ perché dovevamo guadagnare 1 ora che avremmo perso cambiando fuso orario nel nostro passaggio in Alberta. Fatta una piccola colazione che, come l’albergo, era decisamente migliore di quello del giorno prima (mi sono pure fatto da solo i waffel), ci siamo incamminati per i nostri ormai abituali 500 km di strada. Il tratto da Kamloops alle prime montagne era decisamente una zona commerciale o di vacanze low cost (una di queste località sul lago si chiama Sorrento, poi se loro vogliono fare i confronti, peggio per loro…), con segherie sull’argine dei fiumi che lavoravano i tronchi portati dalla corrente e centri commerciali che, data l’ora, erano tristemente vuoti. Nella nostra direzione non abbiamo visto andare nessuno se non dei convogli ferroviari che dire lunghi sarebbe riduttivo: di solito erano utilizzate 3 motrici, una in testa, una al centro ed una in fondo; e su quelle rotaie abbiamo visto per almeno un’ora più vagoni che automobili. Dopo un paio d’ore ci siamo fermati in un luogo, anch’esso di vacanza ma pareva molto meno low cost con un lodge molto carino ed un ristorante dove, volendo fare noi una colazione un po’ più sostanziosa, ci hanno servito una montagna di frittelle e uova che Cinzia non è riuscita a finire (e neppure io sono riuscito ad aiutarla). Dopo di che abbiamo visto la nostra prima Rocky Mountain, il Revelstoke che è la prima foto che ho inserito in cima al post e la cosa sorprendente per noi, che avevamo goduto dell’esplosione di colori del Quebec, è stato scoprire che i colori e le forme sono molto simili a quelle dolomitiche e che le piante sono generalmente conifere, ovvero tutte verdi, anche se di tante diverse gradazioni di colore. Poi il programma prevedeva al scoperta dei vari gioiellini della zona, piena di laghi di origine glaciale. Abbiamo iniziato con l’ Emerald Lake che meritava in pieno il suo nome essendo appunto di colore smeraldino e il ponte naturale ottenuto dal fiume Kicking Horse, immissario del lago Emerald, scavando con le sue cascate nella roccia. Sia del lago che delle cascate siamo stati davvero favorevolmente impressionati. Ma il tempo è tiranno, non avevamo molto tempo e quindi dovevamo correre verso il nostro nuovo punto di interesse (lo so, parlo come il Tomtom, ma visto che per muoverci usiamo quello…) che era il lago più fotografato del mondo (ma poi queste statistiche a chi vengono in mente?), ovvero il Lake Louise. Basta fare un attimo mente locale e pensare ad una foto di un lago di montagna in cui qualcuno sta pagaiando dentro una canoa rossa, bene quello è il Lake Louise con dietro il monte Temple ed il ghiacciaio Vittoria. Ci siamo pure voluti abbandonare ai piaceri (costosissimi!) di un the nell’albergo adiacente al lago e Cinzia, che voleva solo un the, si è vista portare nell’ordine: una coppetta di frutta al Cointreau, 4 sandwiches, scones con panna e marmellata e un vassoietto di pasticceria (ed ha pure rinunciato ad un calice di prosecco!). Ovviamente c’era anche il the. Le prime impressioni che abbiamo avuto del parco naturale di Banff sono che le Rockies della provincia dell’Alberta (con quello che in Canada è una provincia in Europa si fanno almeno un paio di stati) sono esageratamente sfruttate dal punto di vista turistico, perdendo così quell’aspetto di “bellezza selvaggia” che ci sarebbe se dietro non ci fossero strutture alberghiere e di business che rovinano un po’ tutto. Il che non toglie nulla alla bellezza ed alla maestosità dei luoghi. Infine dopo aver visto, saliti sino a quota 1880, il Lake Moraine un po’ in fretta perché nel frattempo aveva iniziato a piovere, siamo scesi a Banff, dove stanotte dormiremo. Per il momento ci sembra un posto molto carino (la guida Lonely Planet dice che è “la Cortina delle Rockies”: speriamo almeno sia molto meno cara), anche se mi preoccupa un po’ il fatto che al mattino sono previsti 2°-3° di temperatura: vabbè, ci copriremo…

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