Anche quest'anno abbiamo pensato che non sarebbe male vivere in Austria, ma ci portiamo il bidet da casa...
domenica 28 agosto 2011
venerdì 26 agosto 2011
I personaggi
In queste vacanze austriache abbiamo incontrato vari personaggi, a volte bizzarri, a volte classici esempi di clichè noti. Il primo fra tutti è CHEF.
Chef è il padrone della pensione di Schiefling sul Wothersee. Si chiama Martin Burger ma tutti lo chiamano gridando CHEF. Di lui Stefano vi ha già scritto. Di qualsiasi cosa avesse bisogno chiunque bastava gridare CHEF e CHEf accorreva. Con la parannanza d'oridnanza, però pulita, la barba sempre un po' lunga. Me lo sno visto arrivare in camera vestito così per cambiare una lampadina.
Poi ci sono i camerieri della Seeterrasse sul Wothersee che in meno di mezz'ora, con il locale pieno, sono passati a sistemazione estiva, sistemazione invernale, riassetto esterno e servizio esterno, senza perdere un colpo nel servizio ed un cliente.
La romantica donna inglese.
Oggi abbiamo fatto un biglietto giornaliero per il servizio pubblico di traghetti sul lago ed abbiamo visitato le altre due località sul lago che ci mancavano, che distano un'ora ed un quarto di navigazione l'una dall'altra. Sono i capolinea delle corse.
All'andata da St.Gilgen a Strobl nostra vicina di viaggio è stata una signora inglese, tutta vestita di blu, con i soiu occhialini con catenella d'ora, cappellone di paglia, blusa di seta trasparente su gonna a fiorellin i bianchi su fondo blu. Sedeva di fianco a noi e ammirava il paesaggio, leggeva The Guardian, scriveva appunti sul suo taccuino di viaggio, beveva un sorso d'acqua e ricominciava il giro. Avanti cosi' per tutta l'ora ed un quanrto di viaggio. Scesa a Strobl, si è seduta al ristorante sul porto ha ordinato una wienerschnitzel, ha bevuto un'altra bottiglietta d'acqua, ha pagato giusto in tempo per prendere il traghetto di ritorno a St. Gilgen che partiva un'ora dopo.
Poichè noi non siamo organizzati come la romantica signora inglese, abbiamo dovuto aspettare per tre quarti d'ora il nostrp traghetto di ritorno ed abbiamo ingannato il tempo guardando le prodezze di coloro che si facevano sballottare dai motoscafi su gommoni, salotti, sci d'acqua e quanto altro potesse scivolare sulle onde. C'era la fila di ragazzini, c'era anche un nonno che insieme alle sue due nipotyine si è fatto più di dieci giri diversi. C'era poi un tizio che voleva fare ilò gradasso e ha preso lo sci unico ma non riusciva ad alzarsi dall'acqua e dopo decine di tentativi, il pilota del motoscafo gli ha fatto mettere gli sci separati e così ha potuto fare pochi minuti di sci d'acqua, avendo speso quasi tutto il tempo a cercare di uscire dall'acqua.
Il più grande di tutti tra i personaggi incontrati è il bigliettaio del traghetto del mattino che abbiamo incontrato di nuovo il pomeriggio. Premesso che faceva molto caldo, costui che a prima vista poteva sembrare anche piuttosto serio, dopo aver espletato a tutte le funzioni di attracco e controllo biglietti, è andato nella cabina del comandante, si è messo il costume e si è gettatto dal secondo ponte del traghetto direttamente nel lago, ha circumnavigato tutto il traghetto, è risalito sul pontile, è ritornato nella cabina del comandante, si è rimesso la sua divisa, bagnato, ha appeso il costume alla paratia ed ha ripreso a fare il bigliettaio. Abbiamo pensato che facesse questo a tutti e due i capolinea, sfruttando i 15 minuti di sosta previsti.
A costui, si affianca il comandante del battello del nostro viaggio verso Strobl (quello che abbiamo fatto con la romantica donna inglese). Alla fermata di St Wolfgang si è fatto recapitare un piatto misto di insalata e qualcos'altro (proprio il piatto guarnito) direttamente a bordo. Abbiamo pensato che al ritorno restituisse il piatto vuoto.
Da ultimo, e non ultimo per pericolosità, c'è stato un allievo della scuola di vela di fianco alla spiaggia della nostra pensione. Mentre ero in acqua a rinfrescarmi della lunga e calda giornata per poco non mi falciava, ha puntato me ed il pontile di attracco, dove la moglie avrebbe dovuto scendere e legare la barca. La moglie è scesa al volo ma ha ruzzolato su tutto il pontile, ha perso la cima ed il marito ha continuato la sua corsa verso non si sa dove. Ad un certo punto ha virato per cercare di tornare verso il pontile, che ha mancato per la seconda volta, ci ha riprovato ancora più volte finchè il maestro lo ha raggiunto con una barca elettrica e lo ha letteralmente cacciato dalla barca, prima che facesse danni a cose e/o persone.
Ho capito anche un'altra cosa. Qui su questo lago, a qualsiasi ora ti affacci a guardare il lago, c'è sempre qualcuno che sta nell'acqua, dale sette di mttina alle dieci di sera. Sarà il caldo, sarà l'abitudine ma con acqua fredda o calda c'è sempre qualcuno che arriva e fa una corsa dentro l'acqua, senza acclimatarsi e senza nessun timore.
Gli austriaci sono amanti della musica degli anni 70/80 americana. Amano anche molto Albano e Drupi, oltre alla loro musica tradizionale. Proprio ora alla scuola di vela qui sotto (forse per festeggiare lo scampato pericolo) c'è una festa barbecue con Dire straits, Eagles e giù di lì.
Ah, dimenticavo, il signor Leopold, papà di Amadeus, doveva essere molto ricco. Aveva una casa molto grande nel centro storico di Salzburg e ne possedeva un'altra proprio sul lago a St. Gilgen, altrettanto grande. Il figlio poi è riuscito a dilapidare tutto.
Chef è il padrone della pensione di Schiefling sul Wothersee. Si chiama Martin Burger ma tutti lo chiamano gridando CHEF. Di lui Stefano vi ha già scritto. Di qualsiasi cosa avesse bisogno chiunque bastava gridare CHEF e CHEf accorreva. Con la parannanza d'oridnanza, però pulita, la barba sempre un po' lunga. Me lo sno visto arrivare in camera vestito così per cambiare una lampadina.
Poi ci sono i camerieri della Seeterrasse sul Wothersee che in meno di mezz'ora, con il locale pieno, sono passati a sistemazione estiva, sistemazione invernale, riassetto esterno e servizio esterno, senza perdere un colpo nel servizio ed un cliente.
La romantica donna inglese.
Oggi abbiamo fatto un biglietto giornaliero per il servizio pubblico di traghetti sul lago ed abbiamo visitato le altre due località sul lago che ci mancavano, che distano un'ora ed un quarto di navigazione l'una dall'altra. Sono i capolinea delle corse.
All'andata da St.Gilgen a Strobl nostra vicina di viaggio è stata una signora inglese, tutta vestita di blu, con i soiu occhialini con catenella d'ora, cappellone di paglia, blusa di seta trasparente su gonna a fiorellin i bianchi su fondo blu. Sedeva di fianco a noi e ammirava il paesaggio, leggeva The Guardian, scriveva appunti sul suo taccuino di viaggio, beveva un sorso d'acqua e ricominciava il giro. Avanti cosi' per tutta l'ora ed un quanrto di viaggio. Scesa a Strobl, si è seduta al ristorante sul porto ha ordinato una wienerschnitzel, ha bevuto un'altra bottiglietta d'acqua, ha pagato giusto in tempo per prendere il traghetto di ritorno a St. Gilgen che partiva un'ora dopo.
Poichè noi non siamo organizzati come la romantica signora inglese, abbiamo dovuto aspettare per tre quarti d'ora il nostrp traghetto di ritorno ed abbiamo ingannato il tempo guardando le prodezze di coloro che si facevano sballottare dai motoscafi su gommoni, salotti, sci d'acqua e quanto altro potesse scivolare sulle onde. C'era la fila di ragazzini, c'era anche un nonno che insieme alle sue due nipotyine si è fatto più di dieci giri diversi. C'era poi un tizio che voleva fare ilò gradasso e ha preso lo sci unico ma non riusciva ad alzarsi dall'acqua e dopo decine di tentativi, il pilota del motoscafo gli ha fatto mettere gli sci separati e così ha potuto fare pochi minuti di sci d'acqua, avendo speso quasi tutto il tempo a cercare di uscire dall'acqua.
Il più grande di tutti tra i personaggi incontrati è il bigliettaio del traghetto del mattino che abbiamo incontrato di nuovo il pomeriggio. Premesso che faceva molto caldo, costui che a prima vista poteva sembrare anche piuttosto serio, dopo aver espletato a tutte le funzioni di attracco e controllo biglietti, è andato nella cabina del comandante, si è messo il costume e si è gettatto dal secondo ponte del traghetto direttamente nel lago, ha circumnavigato tutto il traghetto, è risalito sul pontile, è ritornato nella cabina del comandante, si è rimesso la sua divisa, bagnato, ha appeso il costume alla paratia ed ha ripreso a fare il bigliettaio. Abbiamo pensato che facesse questo a tutti e due i capolinea, sfruttando i 15 minuti di sosta previsti.
A costui, si affianca il comandante del battello del nostro viaggio verso Strobl (quello che abbiamo fatto con la romantica donna inglese). Alla fermata di St Wolfgang si è fatto recapitare un piatto misto di insalata e qualcos'altro (proprio il piatto guarnito) direttamente a bordo. Abbiamo pensato che al ritorno restituisse il piatto vuoto.
Da ultimo, e non ultimo per pericolosità, c'è stato un allievo della scuola di vela di fianco alla spiaggia della nostra pensione. Mentre ero in acqua a rinfrescarmi della lunga e calda giornata per poco non mi falciava, ha puntato me ed il pontile di attracco, dove la moglie avrebbe dovuto scendere e legare la barca. La moglie è scesa al volo ma ha ruzzolato su tutto il pontile, ha perso la cima ed il marito ha continuato la sua corsa verso non si sa dove. Ad un certo punto ha virato per cercare di tornare verso il pontile, che ha mancato per la seconda volta, ci ha riprovato ancora più volte finchè il maestro lo ha raggiunto con una barca elettrica e lo ha letteralmente cacciato dalla barca, prima che facesse danni a cose e/o persone.
Ho capito anche un'altra cosa. Qui su questo lago, a qualsiasi ora ti affacci a guardare il lago, c'è sempre qualcuno che sta nell'acqua, dale sette di mttina alle dieci di sera. Sarà il caldo, sarà l'abitudine ma con acqua fredda o calda c'è sempre qualcuno che arriva e fa una corsa dentro l'acqua, senza acclimatarsi e senza nessun timore.
Gli austriaci sono amanti della musica degli anni 70/80 americana. Amano anche molto Albano e Drupi, oltre alla loro musica tradizionale. Proprio ora alla scuola di vela qui sotto (forse per festeggiare lo scampato pericolo) c'è una festa barbecue con Dire straits, Eagles e giù di lì.
Ah, dimenticavo, il signor Leopold, papà di Amadeus, doveva essere molto ricco. Aveva una casa molto grande nel centro storico di Salzburg e ne possedeva un'altra proprio sul lago a St. Gilgen, altrettanto grande. Il figlio poi è riuscito a dilapidare tutto.
Le abitudini austriache
Abbiamo notato che in Austria deve esserci una tassazione diversa tra aziende turistiche a conduzione familiare e quelle con dipendenti. Nelle pensioni dove siamo stati ospiti, ci hanno chiesto il pagamenti in contanti, nelle annese trattorie i conti si facevano su carta comune e a penna, senza rilasciare scontrino fiscale. Altra caratteristica è che ovviamente non accettano carte di credito.
Viceversa laddove ci sono dipendenti, rilasciano scontrino fiscale molto dettagliato. dove ti dicono quanto viene il conto, suddiviso in costo vivo e tassa applicata. Sulle bevande alcoliche si applica il 20% mentre sul cibo il 10%.In questi locali si può pagare con la carta di credito.
Tuti ti elencano dettagliatamente quello che hai consumato e chiedono la tua conferma.
Abbiamo capito che a molti conviene restare a conduzione familiare perchè ci "marciano".
Una pessima abitudine è che in Austria si fuma dappertutto. Su questo la nostra legislazione è all'avanguardia e noi ne siamo fieri.
Altra abitudine strana è che molti vanno scalzi per strada. Anche in città. Non capisco l'utilità visto che d'estate l'asfalto deve essere rovente. Poi penso alla fatica serale per pulirli quei piedi. In aggiunta dico che è anche pericoloso: per strada ci può essere di tutto, dai chiodi ai pezzi di vetri, alle cicche non spente.... e qui Stefano mi ha redarguito, dicendo: Mica siamo a Napoli dove per strada ci puoi trovare di tutto.... grgrrrrrr.
Se vi capita di andare in Austria mangiate austriaco tradizionale. Lo fanno bene, spessissimo di grande qualità e a prezzi contenuti. Stefano suggerisce di inserire questo pensiero: Cinzia sta vivendo di Wienerschnitzel, con patate, fritte o lesse. Ma sono buoni anche gli arrosti con crauti e canederlo di pane bianco, i cordonblue, i formaggi e gli affettati, le insalate, che servono già condite, secondo noi anche troppo.
Se chiedete un Eiskaffè non aspettatevi un Iced coffee, vi serviranno un bel bicchierone di caffè freddo amaro con una pallina di gelato alla crema, sormontato di panna e spruzzata di cacao. Può essere o meno guarnito con una sfoglia di wafer o cialda. Buonissimo, ovunque lo abbiamo provato. L'amaro del caffè spezza bene con il dolce del gelato, il tutto risulta fresco ma non ghiacciato e nemmeno stucchevole.
Viceversa laddove ci sono dipendenti, rilasciano scontrino fiscale molto dettagliato. dove ti dicono quanto viene il conto, suddiviso in costo vivo e tassa applicata. Sulle bevande alcoliche si applica il 20% mentre sul cibo il 10%.In questi locali si può pagare con la carta di credito.
Tuti ti elencano dettagliatamente quello che hai consumato e chiedono la tua conferma.
Abbiamo capito che a molti conviene restare a conduzione familiare perchè ci "marciano".
Una pessima abitudine è che in Austria si fuma dappertutto. Su questo la nostra legislazione è all'avanguardia e noi ne siamo fieri.
Altra abitudine strana è che molti vanno scalzi per strada. Anche in città. Non capisco l'utilità visto che d'estate l'asfalto deve essere rovente. Poi penso alla fatica serale per pulirli quei piedi. In aggiunta dico che è anche pericoloso: per strada ci può essere di tutto, dai chiodi ai pezzi di vetri, alle cicche non spente.... e qui Stefano mi ha redarguito, dicendo: Mica siamo a Napoli dove per strada ci puoi trovare di tutto.... grgrrrrrr.
Se vi capita di andare in Austria mangiate austriaco tradizionale. Lo fanno bene, spessissimo di grande qualità e a prezzi contenuti. Stefano suggerisce di inserire questo pensiero: Cinzia sta vivendo di Wienerschnitzel, con patate, fritte o lesse. Ma sono buoni anche gli arrosti con crauti e canederlo di pane bianco, i cordonblue, i formaggi e gli affettati, le insalate, che servono già condite, secondo noi anche troppo.
Se chiedete un Eiskaffè non aspettatevi un Iced coffee, vi serviranno un bel bicchierone di caffè freddo amaro con una pallina di gelato alla crema, sormontato di panna e spruzzata di cacao. Può essere o meno guarnito con una sfoglia di wafer o cialda. Buonissimo, ovunque lo abbiamo provato. L'amaro del caffè spezza bene con il dolce del gelato, il tutto risulta fresco ma non ghiacciato e nemmeno stucchevole.
Una giornata al lago
Non ci stavano tutti sulla barca...
Velocissimo catamarano con chiglia optical
Ajazzone on the lake
Qui la gente si diverte così: i motoscafi che trainano gommoni, divani gonfiabili, sciatori, paracadutisti...fanno affari d'oro. Molti hanno un mezzo acquatico (dal mateassino al motoscafo passando per il cabinato a vela) e con quello vanno alla ricerca di calette e spiaggette raggiungibili solo via acqua. Con il caldo di oggi, poi, stavano tutti a mollo!
giovedì 25 agosto 2011
Im Weißem Rößl am Wolfgangsee
Questo è il "famoso" albergo "Weißen Rößl" (Cavallino bianco) sul Wolfgangsee. Era una locanda, ora è il miglior albergo della zona. Ha una bellissima "spiaggia" con pontili mobili, idromassaggio e piscina. La sua fama è legata all'operetta omonima la cui canzone portante è il titolo di questo post.
Qui all'operetta ci tengono moltissimo, come ad un tratto dell'identità nazionale e, visto che Lehàr, autore delle operette più note, è nato a pochi km da qui, viene fatto annualmente un festival dell'operetta e siamo arrivati alla 50a edizione. Noi ovviamente c'eravamo organizzati e, per tempo, avevamo acquistato i biglietti e ieri sera ci siamo recati al teatro di Bad Ischl, località natale di Lehàr e stazione termale frequentata dal Kaiser Cecco Beppe e dalla sua signora Sissi, per assistera appunto a "Al Cavallino Bianco". Molto divertente, molto ben fatto, bravi tutti dai cantanti ai ballerini all'orchestra (una vera orchestra nella buca con il palcoscenico che comprendeva anche la passerella davanti alla platea). Evitate di andare a mangiare al ristorante del teatro: vorrebbero fare cucina internazionale ma non ci riescono, nel contempo non fanno neppure quella tradizionale. Anche qui come a Salisburgo c'era l'atmosfera delle grandi occasioni, ma qui gli abiti da sera erano sostituiti dai dirdnl, segno che l'operetta rappresenta moltissimo la tradizione austriaca. Almeno il 50% delle signore e delle ragazze erano in dirdnl, le giovani con colori sgargianti, maniche corte e scollature più accennate, le più mature con colori e tagli più sobri. Molti uomini poi, di qualsiasi età, si sono presentati in lederhosen con il ginocchio scoperto e calzettoni grossi (secondo wikipedia in certe zone i lederhosen hanno la stessa valenza che hanno in Scozia i kilt). Ma la moda del momento era...piedi nudi! Nonostante i bellissimi (e costosi) dirdnl, molte ragazze preferivano girare scalze; al ristorante si toglievano le scarpe e addirittura c'è chi, nell'intervallo dello spettacolo, ha posato odinatamente le scarpe sotto la sua poltrona ed è andata nel fojer scalza. La nostra passeggiata all'insegna dell'operette era iniziata passeggiando per le vie di St.Wolfgang facendo i turisti e prendendo il fresco lungo le rive del lago, esattamente come succede ai personaggi dell'operetta, quindi è un po' come se anche noi ci fossimo inseriti nella trama come comparse. Il paese ha fatto anche da sfondo al musical americano "Tutti insieme appassionatamente" e anche quello qui va molto di moda tanto che c'è un cinema che proietta solo quello e nel ns albergo a Salisburgo c'era un canale dove si poteva vedere solo quello.
Altra stranezza e che qui sono tutti "fissati" col Kaiser Franz Josef tanto che ogni anno a Bad Ischl fanno un galà il 16/8 per festeggiare il compleanno del Kaiser e il sabato successivo una serata antologica di operette dedicata appunto al Kaiser.
mercoledì 24 agosto 2011
martedì 23 agosto 2011
Immagini salisburghesi
Quartetto per balalaike e fisarmonica: due balalaike con sonorità diverse (come potrebbero essere viola e violino), una Balalaika contrabbasso ed una fisarmonica a reggere la parte dei fiati:
suonavano divinamente. E portavano la cultura musicale di territori diversi
Dappertutto ci sono bancarelle di fiori, che rendono piacevole il passeggio...
Questa è la casa dove è nato Mozart, che come si vede, è soggetto di molteplici fotografie
La gente paga per andare a vedere dove è nato Mozart: la cosa non mi stupisce, dato che c'è gente che paga per vedere dove sono nato io... (è vero! Io sono nato all'ospedale di Bolzano, che era in centro e che ora è stato rifatto ovviamente più moderno in una posizione più razionale. Al posto dell'edificio del vecchio ospedale c'è un museo: quindi la gente paga per entrare nell'edificio dove sono nato io)
Salisburgo
22/8/2011
Ieri sera siamo arrivati a Salisburgo e ci siamo piazzati in albergo. Molto bello, signorile, tranquillo, con giardino annesso, sauna, palestra...ma costa il triplo di quelli frequentati sino ad ora. Però stando in una città molto turistica non potevamo pretendere di meglio, a meno di rischiare alberghi poco "sicuri" (e comunque spendiamo 90€/notte, con i quali in Italia in una città turistica troveremmo ben poco). Però ci siamo accorti che, essendo domenica, a meno di andare nel pieno centro cittadino, i ristoranti e i bar/cafeterie sono tutti chiusi, compreso quello del ns albergo. Abbiamo fatto allora 4 passi sino a trovare un altro albergo il cui ristorante, sotto un pergolato, era aperto e ci siamo buttati su birra e arrosti varii. Qualità ottima, prezzo accettabile.
Stamattina poi siamo andati in centro a vedere la città: tutto ruota intorno a Mozart e ai cioccolatini sferici tipici di Salisburgo (che non potevano chiamarsi che "palle di Mozart"), ma l'atmosfera è quella di una città non solo turistica, ma anche culturale. Certo i turisti sono tanti e se ti capita di trovarti inglobato in un gruppo di giapponesi, rischi di essere trasportato tuo malgrado dove vogliono loro... (ma non si era detto che lavorano sempre? E allora dove trovano il tempo per viaggiare in Europa muovendosi a sciami come le cavallette?), ma nel ccomplesso la città si gira bene. Abbiamo mangiato in un meraviglioso fast food di pesce, dove si può scegliere la versione panino con il merluzzo impanato (molto meglio del McFish...), con l'aringa affumicata, coi gamberi o col surimi (è sempre un fast food...) oppure la versione self service dove si va dal cocktail di gamberetti con salse varie all'aringa in salsa di rape (l'ho provata e non è niente male) sino agli scampi o alle mezze aragoste. I prezzi sono ottimi e si va da 1,49/hg per gamberetti e pesce affumicato a 1,99/hg per l'insalata di mare sino al massimo di 24,90/pezzo per le mezze aragoste lessate. Abbiamo pensato che è un'ottima idea e che è assurdo che in Italia con tutto il mare che abbiamo riusciamo solo a vedere friggitorie che fanno calamari e pescetti fritti spesso di dubbia qualità. Sulla strada del ritorno in albergo abbiamo visto che al teatro delle marionette facevano "Il flauto magico": il teatro delle marionette è uno di quei posti dove gli adulti si divertono a portare i bambini e infatti Cinzia si è divertita a portarci me. Lo spettacolo (versione corta, altrimenti i bambini poi si scocciano, è stato stupendo: l' incisione delle musiche era una di quelle storicamente più quotate e i "pupari" sono stati davvero bravissimi, facendo divertire per 1 ora e ¼ grandi e piccini. Tornati in albergo io, che non avevo sofferto abbastanza il caldo, sono andato nella zona sauna dove ho trovato una struttura meravigliosa: circa 500mq con palestra attrezzatissima, 3 tipi di sauna, dalla più "soft" alla più "cattiva", bagno di vapore, lettini per relax, vasca idromassaggio (con acqua fredda per buttarcisi dentro dopo la sauna) e una terrazza/solarium all'aperto con 5 lettini ed altri attrezzi per la ginnastica (tra l'altro si era alzata un'arietta che invitava a stare comodi e rilassati e magari pure a fare un pisolino...). Sono rimasto soltanto un'ora e ½, perchè poi gli "impegni mondani" premevano, ma mi è dispiaciuto davvero allontanarmi. Tornato in camera mi sono preparato e vestito "da serata di gala" con tanto di papillon per andare (dopo opportuna sosta a bere un paio di birre e a mangiare un po' di carne arrostita...) allla Große Festspielehaus per un concerto di lieder di Schubert. Siamo arrivati un po' affannati e sudatissimi perchè pensavamo fosse al Mozarteum invece era proprio inn pieno centro ma prima che i campanelli ci invitassero a prendere posto abbiamo fatto in tempo a vedere un luogo di grande sfarzo, con tantissima gente tutta vestita da sera che beveva Moët&Chandon (non credo gratis, l'azienda aveva aperto una specie di stand all'aperto davanti all'ingresso ed un altro nel fojer). Il concerto è stato meraviglioso, il cantante aveva una voce eccezionale ed il pianista che lo accompagnava era bravissimo (d'altronde siamo in uno dei posti più importanti del mondo per la musica classica), il tutto in una sala enorme con un'acustica meravigliosa quasi interamente occupata da persone di tutte le nazionalità. Alle 22 comunque eravamo già di ritorno in albergo, peraltro alquanto stanchi, anche se decisamente appagati.
23/8/11
La colazione in albergo viene servita entro le 10.30 e dovevamo lasciare la camera entro le 12, quindi ne abbiamo approfittato per dormire un po' di più. Fatta la pantagruelica colazione (uova, prosciutto, formaggio, frutta marmellata e yoghurt annaffiati da caffè e succo d'arancia) siamo tornati in centro e, schivando uno sciame di giapponesi ed uno di pensionati fiorentini, siamo arrivati al Duomo in tempo per metterci in coda per un concerto d'organo. Chiesa gremita (anche perchè per 4€ era un peccato perderlo) e organista bravissimo sia come esecutore sia come compositore, dato che a chiusura del programma ha eseguito una sua improvvisazione. Dopo un Bretzen con speck e formaggio e 2 birre ci siamo messi in cammino per St.Wolfgang, nostra meta odierna e siamo capitati in un B&B molto carino che si affaccia sul lago e con spiaggetta riservata (2,5 metri d'erba ed un pontile che si inoltra verso l'acqua...) strapiena di clienti perchè anche qui, come in Italia, fa un caldo insopportabile e l'acqua pare un rimedio molto utile.
domenica 21 agosto 2011
Uno sport curioso
Lungo la strada tra Hallstatt e Salisburgo, destinazione di questa sera, abbiamo visto un assembramento di stand e di cavalli e, incuriositi, abbiamo deviato dalla nostra strada e ci siamo avvicinati. Si trattava di un torneo di polo, organizzato in pompa magna. La parte per noi più divertente, visto che delle partite non capivamo nulla, è stato vedere la gente. Pareva Ascot trasferito in mezzo alle montagne... C'erano alcuni stand di roba da vestire (trattandosi di polo non poteva mancare lo stand di Ralph Luren) e di orologi, due bancarelle di gelati e bibite, e, recintato e coperto da un grande tendone, un ristorante esclusivo, con tanto di "buttadentro" con la lista degli ammessi. All'interno signore con vestiti tradizionali e cappellini improbabili degustavano cocktails in compagnia di uomini non sempre elegantissimi (alcuni, non so come facessero a resistere per il caldo, avevano i tradizionali lederhosen di cuoio e i calzettoni grossi).
Annientati dal caldo siamo ripartiti verso Salisburgo.
Annientati dal caldo siamo ripartiti verso Salisburgo.
La città che i cinesi copieranno
Come hanno fatto gli americani a Las Vegas, i cinesi si stanno preparando a copiare una città. Si tratta di Halstatt, sul lago omonimo, che, appunto, i cinesi stanno riproducendo in Cina; hanno già scelto il laghetto opportuno e stanno costruendo le case, gli austriaci hanno fatto una causa internazionale e adesso non si sa a chi verrà data ragione. La città effettivamente è molto carina, sul lago non possono navigare barche a motore, se non elettrico, per cui si vedono soltanto piccoli barchini elettrici, pedalò oppure delle specie di gondole a fondo piatto che si guidano con un solo remo. Il problema è che è infestata dai turisti e, forse anche per quello, è decisamente più cara dei centri cui eravamo abituati sui laghi carinziani. Bisogna fare la coda per accedere ai parcheggi per le auto (3, tutti molto capienti, posti alla periferia del paese, di cui uno servito da bus navetta per il centro città) e nel centro cittadino si deve sgomitare per andare avanti. In questo modo diventa difficile godersi appunto la bellezza del paese. Dopo aver pranzato, vista la situazione, ce ne siamo andati, anche perchè faceva molto caldo.
sabato 20 agosto 2011
Maltatal, la valle delle cascate
Gli itinerari descritti nella Carinzia-card ci hanno portato oggi nella valle delle cascate, o per meglio dire, la valle delle acque correnti, escursione che per chi si trova da queste parti è obbligatoria. Le cascate sono 5-6 ma la più bella di tutte è quella che si trova subito dopo il casello (la strada infatti è a pagamento, ma gratuita per noi possessori della card). La strada si snoda sino alla diga più alta e grande d'Austria che alimenta una centrale idroelettrica. Gli austriaci hanno sfruttato la cosa anche a scopo turistico, perchè proprio a fianco della diga esiste una struttura molto moderna con albergo (bello e neppure troppo caro, però si deve arrivare sino sopra dove oltre all'albergo non c'è nulla se non sentieri escursionistici ben indicati che richiedono dalle 2 alle 8 ore di cammino) e polo museale dedicato all'energia. Tutto davvero all'avanguardia con dei "giochini" che hanno divertito molto Stefano (Quanta energia si produce pedalando? E camminando su un tapis roulant? Li ha provati tutti...) La Maltatal inizia a Gmünd, ridente cittadina medioevale, oggi ridefinita "città degli artisti" che hanno adornato il paese, il torrente che lo attraversa e i guard rail dell'autostrada di competenza del comune con sculture ed installazioni di dubbia compresibilità. Gmünd è anche sede di un altro museo, molto pubblicizzato e chiaramente compreso nella Carinzia-card, il museo della Porsche. E' un museo privato, creato da un appassionato di auto. Al piano terra ci sono pezzi di motori, uno schermo con filmati tratti da documentari e migliaia di modellini in ferro e plastica riproducenti Porsche di varie epoche, molti dei quali sembravano usciti dagli ovetti Kinder. Al piano di sopra ci sono invece dei pezzi interessanti: un taxi del 1932, la macchina di Mario e Michel Andretti che ha vinto la 24 ore di Daytona, una macchina della polizia (3600 di cilindrata!) ed un Maggiolino che avaeva fatto la campagna d'Africa con Rommel (ma il maggiolino non era VW?). Tutto questo sistemato nel granaio della casa del proprietario: c'era parecchia gente, si visitava in 5' e il biglietto (non per noi, ci bastava la card...) era di 7€!!! Un vero business per chi ha avuto l'idea... A Gmünd c'è anche un museo d'arte, ma situato nella torre cittadina, ovvero 215 gradini sopra la sede stradale: anche se compreso nella card, abbiamo rinunciato.Tornati verso i laghi abbiamo dedicato la fine del pomeriggio e la sera all'addio ai laghi della Carinzia, con una cena sulla terrazza del Sille Hotel e una passeggiata al tramonto sul lungolago.
Domani si va a Salisburgo
Domani si va a Salisburgo
venerdì 19 agosto 2011
ANCORA RELAX
RELAX
RELAX E TEMPESTA
Stamani ci siamo alzati con l'idea di passare una giornata balneare in riva al lago e quindi abbiamo pensato di scoprire la spiaggia che la pensione mette a disposizione dei suoi ospiti. La spiaggia sta sul laghettoTrattingteich, a circa 5' di macchina dalla pensione. Il posto è incantevole: quando siamo arrivati eravamo solo noi. Sul lago si affacciano 3 ville con accesso privato e appunto la nostra strandbad. Si tratta di un grande prato degradante verso un pontile in legno ed una piccola scaletta in pietra per scendere in acqua; al centro un tavolo grande in legno con panche e due barbecue, uno a gas ed uno a carbonella. Una casetta laterale con un salottino, bagni, docce, cucina con ampio frigorifero dove la gente poteva tenere la roba al fresco e un distributore automatico di caffè e bevande fresche; fuori, a disposizione, lettini, ombrelloni, tavolini... Il tutto in completa autogestione: si poteva usare tutto purchè dopo si pulisse e si rimettesse tutto a posto: erano disponibili pure in cucina piatti posate e il minimo per fare da mangiare (olio d'oliva extra vergine DeCecco), i detersivi per pulire e tutto quanto necessario per rassettare. E tutto era in perfetto ordine. Sovrastava il pontile un comodissimo divano a dondolo con dei soffici cuscini. Completavano lo spettacolo le paperelle che nuotavano nel lago, un pesce che si credeva un delfino ed ogni tanto zompava fuori dall'acqua e tre scoiattoli che si rincorrevano sui rami degli alberi del boschetto intorno al prato. Per quasi 2 ore siamo stati da soli, poi sono arrivate due famiglie con un cane ciascuna, per cui il resto del tempo lo abbiamo passato a vedere quanto si divertivano i cani a rincorrere gli schizzi d'acqua creati dai padroni, sotto lo sguardo vigile ma da lontano delle paperelle che nuotavano rigorosamente in formazione.
"Non mangio se non sono in un ristorante all'aperto in riva al lago!" ho detto e Stefano, anzichè lasciarmi affamata, ha accettato di sollevarsi dal dondolo su cui si era addormentato e si è seduto in macchina partendo per la ricerca del ristorante. Dopo circa un'ora di peregrinazioni (uno era chiuso, l'altro non aveva più parcheggio, l'altro aveva la terrazza ma non in riva al lago...) siamo arrivati in centro a Maria Woerth (che non è un posto tranquillo come dove ci siamo rilassati ieri, ma un vero e proprio centro balneare) dove abbiamo trovato, proprio di fianco al chiosco di partenza di quelli che vogliono essere trainati sul lago da un motoscafo (attaccati ad una camera d'aria di camion, ad un siluro a forma di banana, ad un paio di sci, ad un paracadute...), un signorile ristorante proprio fronte acqua. Nel frattempo il cielo si colorava di grigio plumbeo, il nostro cameriere ha alzato gli occhi al cielo, ha fatto uno sbadiglio, poi ha iniziato a spostare tutti i menu che stavano su un tavolino al centro della terrazza verso l'interno, ha rialzato gli occhi al cielo ed ha iniziato a spostare anche i tavolini, infine...gli ombrelloni hanno cominciato a volare e ad abbattersi su bicchieri e piatti, naturamente mandandoli in frantumi. Nel frattempo noi ed altri avventori c'eravamo alzati con una notevole rapidità e ci eravamo rifugiati nella sala interna del ristorante. Non ci è rimasto neppure il coraggio di sederci lungo le vetrate dato che vedevamo che al di fuori il vento aveva addirittura spostato e rotto un gazebo in travi di legno che non aveva neppure la copertura. Poi è arrivata la pioggia e sembrava di essere in un film catastrofico sui tornado tropicali. Il tutto è durato pochissimi minuti. In mezz'ora siamo passati dal sole alla tempesta (ombrelloni rotti e acqua dappertutto) al sole di nuovo. E la temperatura non si è nemmeno abbassata! Non erano ancora finite di cadere le ultime gocce sulla terrazza che un falegname valutava i danni del gazebo, i camerieri portavano via gli ombrelloni rotti e ricominciavano ad apparecchiare i tavoli esterni; si sono materializzati dall'interno del ristorante alcuni personaggi che hanno iniziato a spazzare e togliere i cocci e quando noi siamo usciti (il tempo di mangiare) c'erano già dei clienti seduti ai tavoli esterni perfettamente apparecchiati. Se non fose stato per le sirene dei pompieri che andavano a togliere i rami caduti lungo le strade si sarebbe detto che non era successo nulla. Simo andati allora a fare una passeggiata a Velden sul Seecorso (il lungolago): molto affollato, molto carino, molto esclusivo. Ci sono alberghi e ville da fare impallidire i ricconi di casa nostra...ma noi siamo tornati dal nostro CHEF!!!
PENSIONE BURGER a SCHIEFLING
La pensione si chiama Burger. Basta alzare lo sguardo sul piatto decorativo che adorna il nostra letto, tesoro. :-P
Ovviamente questo non l'ho scritto io...
giovedì 18 agosto 2011
CHEF!!!!
La nostra pensione si chiama Hueber, è modesta ma carina e soprattutto non è per nulla cara: 33€ a notte per persona, colazione (al buffet o, per meglio dire, abbuffet) compresa.
Si compone di un corpo principale e di una depandance separati da uno spiazzo adibito a ristorante esterno; nel corpo principale stanno alcune stanze, il bar, la cucina, il ristorante interno e una parvenza di reception mentre nella depandance stanno la casa dei proprietari, altre 9 camere e la zona wellness con sauna, solarium, idromassaggio... Esiste anche una spiaggia privata su un laghetto qui vicino ma ancora non l'abbiamo testata. La cucina è sempre aperta, difficile che uno voglia una grigliata mista alle 10 del mattino, ma diciamo che dalle 11 alle 24 si può mangiare.
Qualsiasi esigenza dei clienti segue una ben precisa catena di comando. Il cliente si può rivolgere ad uno qualsiasi dei camerieri o al bar. L'interpellato, indipendentemente dalla richiesta, fa un urlo: "CHEF!!!" Lo chef esce dalla cucina (se deve finire un piatto bofonchia qualcosa, completa la sua opera poi esce a sentire quale sia il problema), asolta il cliente, lo guarda e poi va al telefono, chiama la moglie e indirizza il cliente verso la depandance, infine torna in cucina. La moglie esce di casa e risolve il problema. A noi è capitato che non si trovassero le chiavi della stanza, ho chiesto al bar e come risposta ho avuto: "CHEF!!!", oggi volevo sapere come accedere alla sauna e la cameriera mi ha risposto: "CHEF!!!", si è fulminata una lampadina e la cameriera mi ha detto: "CHEF!!" (questa volta però è venuto lui in persona a cambiarla, dopo aver finito di affettare dello speck e tolto le patatine dalla friggitrice).
Però cucina benissimo: ha "inventato" il piatto della casa. Fa delle mezze penne con panna e funghi (perfettamente al dente, che però non mette in menu tra i primi), ci mette sopra una cotoletta impanata ma non fritta, una fetta di prosciutto cotto, abbondante formaggio filante (non sottilette, roba buona...) e passa tutto in forno. Ne esce un piatto unico abbondante, gustoso, saporito...a soli 9 €!
E la birra scorre a fiumi...
Si compone di un corpo principale e di una depandance separati da uno spiazzo adibito a ristorante esterno; nel corpo principale stanno alcune stanze, il bar, la cucina, il ristorante interno e una parvenza di reception mentre nella depandance stanno la casa dei proprietari, altre 9 camere e la zona wellness con sauna, solarium, idromassaggio... Esiste anche una spiaggia privata su un laghetto qui vicino ma ancora non l'abbiamo testata. La cucina è sempre aperta, difficile che uno voglia una grigliata mista alle 10 del mattino, ma diciamo che dalle 11 alle 24 si può mangiare.
Qualsiasi esigenza dei clienti segue una ben precisa catena di comando. Il cliente si può rivolgere ad uno qualsiasi dei camerieri o al bar. L'interpellato, indipendentemente dalla richiesta, fa un urlo: "CHEF!!!" Lo chef esce dalla cucina (se deve finire un piatto bofonchia qualcosa, completa la sua opera poi esce a sentire quale sia il problema), asolta il cliente, lo guarda e poi va al telefono, chiama la moglie e indirizza il cliente verso la depandance, infine torna in cucina. La moglie esce di casa e risolve il problema. A noi è capitato che non si trovassero le chiavi della stanza, ho chiesto al bar e come risposta ho avuto: "CHEF!!!", oggi volevo sapere come accedere alla sauna e la cameriera mi ha risposto: "CHEF!!!", si è fulminata una lampadina e la cameriera mi ha detto: "CHEF!!" (questa volta però è venuto lui in persona a cambiarla, dopo aver finito di affettare dello speck e tolto le patatine dalla friggitrice).
Però cucina benissimo: ha "inventato" il piatto della casa. Fa delle mezze penne con panna e funghi (perfettamente al dente, che però non mette in menu tra i primi), ci mette sopra una cotoletta impanata ma non fritta, una fetta di prosciutto cotto, abbondante formaggio filante (non sottilette, roba buona...) e passa tutto in forno. Ne esce un piatto unico abbondante, gustoso, saporito...a soli 9 €!
E la birra scorre a fiumi...
Medioevo
Abbiamo scelto il medioevo
Oggi ci immergiamo in un clima medioevale, visitiamo la cittadina di Friesach, a 50 km circa da Klagenfurt, cittadina ancora rimasta con le mura integre ed il fossato di protezione intatto. Gli abitanti vanno fieri di questa caratteristica che nel medioevo li salvò da un assedio tanto che ogni anno d'estate rievocano l'episodio (cioè si chiudono dentro e si fanno assediare, tutti in costume: nel frattempo fanno tornei e giostre e ovviamente mangiano e bevono birra). Siamo arrivati relativamente presto e per strada non c'era nessuno, nè turisti, nè abitanti e le insegne indicavano che le attrazioni turistiche erano alla rocca, che, per non usuurpare il suo nome, era circa 300 gradini sopra dove avevamo parcheggiato. Soffiando come mantici siamo arrivati in cima dove abbiamo trovato una chiesa, la piazza d'armi, il castello con il piazzale interno, tutto pressochè intatto. Nelle sale al piano terra stava la locanda poi al primo piano stava un salone (chiuso) dove la sera (fino a venerdì prossimo ma hanno iniziato a Giugno) rappresentano "Arlecchino servitore di due padroni".
Con la Carinzia-card avevamo diritto a visitare gratuitamente il museo nella torre del castello: praticamnte una superficie di 100mq/piano per 6 piani di cui uno sotterraneo, tutti collegati da ripide scale in legno. Erano esposti vari materiali che indicavano le varie fasi storiche attraversate dagli abitanti del castello, dall'epoca tardo-carolingia a quando risalgono i primi abitanti, sino alla fine del 1700: alla fine comunque una cosa interessante, ma che fatica tutte quelle scale!
Ridiscesi in paese, siamo andati alla ricerca di un altro museo, sempre compreso nella Carinzia-card, e ci siamo imbattuti, nei pressi di una fontanella, in una targa molto interessante: Friesach era una delle tappe della "via Slavorum", via dei pellegrini che partendo da Cracovia arrivava sino a Roma (quindi c'è chi lo ha fatto ben prima di Wojtila...). Chiedendo in giro abbiamo saputo che per il museo "Le tracce dell'unicorno" dovevamo andare all'ufficio turistico del Comune; siamo andati e, quando hanno saputo che volevamo vedere il museo, è praticamente scattato l'allarme. Una signora è scappata con un mazzo di chiavi ed è andata ad aprire la porta del museo e ad accendere le luci, intanto un'altra ci ha dato un foglio con le spiegazioni delle varie sale in italiano scusandosi se le spiegazioni che avremmo sentito durante la visita erano in tedesco (in pratica prendeva tempo intanto che la sua collega tornava) poi, data l'evidente scarsità di visitatori, non sapeva come stamparci i biglietti che alla fine si è appurato che erano due monetine da inserire in una macchinetta per poter entrare da un tornello . Ma che mostra era? Di preciso non lo sappiamo neppure noi ma abbiamo realizzato che era una mostra multimediale sui miti e le leggende, dove passando in corridoi bui improvvisamente si accendevano video sugli antichi miti celtici (ecco perchè qui intorno vedevamo tanti leghisti...) e si passava da una sala con le antiche navi medioevali ad un'installazione con un esercito di terracotta rappresentante i crociati poi ad una sala dove i rumori di spade e di cavalli al galoppo simulavano una battaglia sino ad un salone con al centro la mitica Excalibur. Tentando di estrarla dalla roccia (in pratica impugnando la spada si premeva un pulsante) si alzava davanti a noi un enorme simulacro di spada, molto somigliante però ad un grande crocefisso. Infine, cercando in un finto labirinto la porta fatata, si poteva entrare in una "foresta magica" dove tra gli alberi appariva un unicorno (proiettato su uno schermo). Da lì si usciva all'aperto nel giardino delle poesie ovvero un grande prato sotto un pezzo delle mura di cinta cittadine con qualche installzione per i bambini e alcune incomprensibili sculture di pietra. Ci siamo rifocillati all'osteria (si chiama proprio così) e nel frattempo abbiamo cercato di decidere dove andare: giardino dei nanetti, museo delle pipe, distilleria o caseificio? Troppo caldo: meglio andare al lago. Siamo allora andati a Portschach, luogo molto esclusivo del jet-set salisburghese. Per la verità sembravamo la famiglia Fantozzi: vagavamo sul lungolago con maglietta e pantaloni lunghi cercando un accesso al lago che non fosse spiaggia riservata mentre intorno a noi giravano tutti in costume da bagno. Arrivati ad un chiosco dove ci siamo finalmente seduti all'ombra a prendere un gelato, abbiamo potuto constatare che l'ambiente non era diverso da un qualsiasi stabilimento balneare dei nostri litorali. Mancavano le onde e invece della sabbia c'era l'erba, i bambini non strillavano, la gente non giocava coi racchettoni, ma per il resto c'era gente a mollo ed altra spalmata a prendere il sole, un esercito di pedalò solcava il lago e qualche motoscafista imbecille correva facendo un sacco di rumore, magari trainando qualcuno attaccato ad un parapendio o seduto dentro una camera d'aria di camion, sempre però lontano dal limite di balneazione. Ma lo stesso faceva caldo. Memori del fresco del giorno prima ci siamo rimessi in auto e ci siamo diretti a Maria Woerth, dove su una panchina in un prato all'ombra di un tiglio, ci siamo finalmenti rilassati e "abbiamo preso il fresco".
Tornati alla nostra strana pensione, siccome Stefano non aveva sofferto abbastanza il caldo, ha deciso di sfruttare la sauna dove si è rintanato per un sacco di tempo. E infine fu cena.
Con la Carinzia-card avevamo diritto a visitare gratuitamente il museo nella torre del castello: praticamnte una superficie di 100mq/piano per 6 piani di cui uno sotterraneo, tutti collegati da ripide scale in legno. Erano esposti vari materiali che indicavano le varie fasi storiche attraversate dagli abitanti del castello, dall'epoca tardo-carolingia a quando risalgono i primi abitanti, sino alla fine del 1700: alla fine comunque una cosa interessante, ma che fatica tutte quelle scale!
Ridiscesi in paese, siamo andati alla ricerca di un altro museo, sempre compreso nella Carinzia-card, e ci siamo imbattuti, nei pressi di una fontanella, in una targa molto interessante: Friesach era una delle tappe della "via Slavorum", via dei pellegrini che partendo da Cracovia arrivava sino a Roma (quindi c'è chi lo ha fatto ben prima di Wojtila...). Chiedendo in giro abbiamo saputo che per il museo "Le tracce dell'unicorno" dovevamo andare all'ufficio turistico del Comune; siamo andati e, quando hanno saputo che volevamo vedere il museo, è praticamente scattato l'allarme. Una signora è scappata con un mazzo di chiavi ed è andata ad aprire la porta del museo e ad accendere le luci, intanto un'altra ci ha dato un foglio con le spiegazioni delle varie sale in italiano scusandosi se le spiegazioni che avremmo sentito durante la visita erano in tedesco (in pratica prendeva tempo intanto che la sua collega tornava) poi, data l'evidente scarsità di visitatori, non sapeva come stamparci i biglietti che alla fine si è appurato che erano due monetine da inserire in una macchinetta per poter entrare da un tornello . Ma che mostra era? Di preciso non lo sappiamo neppure noi ma abbiamo realizzato che era una mostra multimediale sui miti e le leggende, dove passando in corridoi bui improvvisamente si accendevano video sugli antichi miti celtici (ecco perchè qui intorno vedevamo tanti leghisti...) e si passava da una sala con le antiche navi medioevali ad un'installazione con un esercito di terracotta rappresentante i crociati poi ad una sala dove i rumori di spade e di cavalli al galoppo simulavano una battaglia sino ad un salone con al centro la mitica Excalibur. Tentando di estrarla dalla roccia (in pratica impugnando la spada si premeva un pulsante) si alzava davanti a noi un enorme simulacro di spada, molto somigliante però ad un grande crocefisso. Infine, cercando in un finto labirinto la porta fatata, si poteva entrare in una "foresta magica" dove tra gli alberi appariva un unicorno (proiettato su uno schermo). Da lì si usciva all'aperto nel giardino delle poesie ovvero un grande prato sotto un pezzo delle mura di cinta cittadine con qualche installzione per i bambini e alcune incomprensibili sculture di pietra. Ci siamo rifocillati all'osteria (si chiama proprio così) e nel frattempo abbiamo cercato di decidere dove andare: giardino dei nanetti, museo delle pipe, distilleria o caseificio? Troppo caldo: meglio andare al lago. Siamo allora andati a Portschach, luogo molto esclusivo del jet-set salisburghese. Per la verità sembravamo la famiglia Fantozzi: vagavamo sul lungolago con maglietta e pantaloni lunghi cercando un accesso al lago che non fosse spiaggia riservata mentre intorno a noi giravano tutti in costume da bagno. Arrivati ad un chiosco dove ci siamo finalmente seduti all'ombra a prendere un gelato, abbiamo potuto constatare che l'ambiente non era diverso da un qualsiasi stabilimento balneare dei nostri litorali. Mancavano le onde e invece della sabbia c'era l'erba, i bambini non strillavano, la gente non giocava coi racchettoni, ma per il resto c'era gente a mollo ed altra spalmata a prendere il sole, un esercito di pedalò solcava il lago e qualche motoscafista imbecille correva facendo un sacco di rumore, magari trainando qualcuno attaccato ad un parapendio o seduto dentro una camera d'aria di camion, sempre però lontano dal limite di balneazione. Ma lo stesso faceva caldo. Memori del fresco del giorno prima ci siamo rimessi in auto e ci siamo diretti a Maria Woerth, dove su una panchina in un prato all'ombra di un tiglio, ci siamo finalmenti rilassati e "abbiamo preso il fresco".
Tornati alla nostra strana pensione, siccome Stefano non aveva sofferto abbastanza il caldo, ha deciso di sfruttare la sauna dove si è rintanato per un sacco di tempo. E infine fu cena.
mercoledì 17 agosto 2011
Wörthersee
Il Wörthersee è il luogo di vacanze "in" degli austriaci. 4 sono le cittadine principali: Velden, Potschach, Klagenfurt (capoluogo della Carinzia) e Maria Wörth che da' il nome al lago. Stamattina abbiamo iniziato con un'escursione proprio a Maria Wörth, che è un piccolo paesino molto carino con due chiese vicine tra loro con annesso cimitero, costruite su un promontorio che si allunga nel lago.
Abbiamo acquistato la Carinzia-card che permette, con una spesa di 34€ a persona di accedere gratuitamente per una settimana a circa 100 "luoghi turistici" della regione (musei, piscine, castelli, parchi acquatici...) e, per sfruttarla da subito, siamo saliti sulla Pyramidenkogel, torre alta 50 mt. posta su una collina di 905 mt. da cui si può vedere non solo il Wörthersee in tutto il suo splendore, ma anche gran parte della regione sino alle vette più alte (che si chiamano Caravanches); sembra una cosa banale, ma davvero vale la pena di salire su questa torre per poter ammirare tutto il panorama. Visto che stavamo dal lato giusto del lago e che un'altra attrazione compresa nella Carinzia-card non era distante siamo andati a vedere la forra di Tscheppaschlucht, dove la guida diceva che con un sentiero adatto a tutti potevamo vedere fiori rari e cascate d'acqua stupende.
Già appena arrivati abbiamo trovato il parcheggio esaurito (buon segno, abbiamo pensato, allora è davvero un posto bello) per cui abbiamo dovuto parcheggiare lungo la strada e scarpinare per un po' (ma al ritorno abbiamo visto una scorciatoia...). Dopo una discesa in mezzo a radici e roccette, siamo arrivati ad una specie di parco giochi per giovani Tarzan dove ci si poteva lanciare, opportunamente imbragati, da un albero all'altro e/o camminare su ponti tibetani a qualche metro di altezza dal suolo. Anche questo era compreso nella Carinzia-card, ma ci è sembrato un po' troppo approfittarne, anche perchè alla fine del percorso arboreo era previsto un attraversamento di tutta la vallata sopra al torrente appesi ad una fune metallica. Ci è stato detto che la forra era distante altri 15' a piedi (discesa ripida e ciottolosa) per cui ci siamo incamminati con un certo ottimismo. Arrivati all'inizio del sentiero lungo la forra abbiamo pensato che anche se non compreso nella nostra card ci potevamo concedere un panino al chiosco posto proprio come una stazione di pedaggio all'inizio della forra. E fu pane e salsiccia affumicata secca. Ben rifocillati abbiamo varcato il ponticello sul torrente e abbiamo trovato...un percorso da fare rigorosamente a piedi nudi lungo 300 mt. che comprendeva varie tipologie di terreno e un tratto nella freddissima acqua del torrente. Fortunatamente si poteva saltare. Da lì, però, iniziava un lungo, ripido, infido sentiero che risaliva il torrente tra passaggi su roccette umide e scivolose, scale di ferro modello pompiere e passerelle di legno. Il paesaggio era comunque stupendo, ma noi, non molto prudentemente e fidandoci di quanto riportava la guida, stavamo con delle normalissime scarpe basse che ci rendevano ancora più problematico il procedere. Siamo comunque stoicamente andati avanti per un paio di km, poi, dopo una scala metallica quasi verticale e due passerelle di legno con i corrimani decisamente bassi, abbiamo optato per uno strategico dietro front. Il ritorno è stato difficile perchè ovviamente quanto prima avevamo salito andava disceso e quanto disceso andava risalito; nella discesa le scarpe mi hanno tradito per cui in uno scalino di legno il piede mi si è rivoltato verso l'esterno con conseguenti canti di lode a tutto il calendario dei santi da parte mia. Stanchi, sudati e decisamente provati siamo finalmente giunti alla macchina e con quella alla nostra pensione, luogo un po' strano di cui avremo modo di dissertare in futuro, dove una doccia ristoratrice, una fasciatura alla mia caviglia e un'ottima cena (sono strani, ma fanno da mangiare benissimo) hanno rallegrato e concluso la nostra giornata.
Domani vediamo di riposarci e di trovare cose comprese nella Carinzia-card meno faticose (il museo dei trenini, il castello dei Celti, il parco dei nani, la visita ad una distilleria, una spiaggia nudista...)
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