sabato 4 settembre 2010

Tappa di trasferimento

Anche oggi i soliti 500 km... (erano 460 però ci stava anche 1 ora e mezza di nave)

Lasciate le montagne rocciose ci siamo diretti verso il mare e Vancouver. Partiti quindi da Kamloops, che abbiamo capito essere la tappa intermedia di tutti i turisti dal mare alle montagne rocciose e viceversa, per abbreviare il percorso abbiamo proceduto per strade interne e così abbiamo potuto vedere una nuova realtà di questo sterminato paese. Tutto il territorio da Kamloops fino quasi a Vancouver venendo da Nord è popolato da indiani (o meglio per essere politically correct da nativi americani), ci sono ranch, fattorie dove si alleva bestiame e cavalli (e in qualche posto Sabato fanno il rodeo); una parte di territorio è brulla e deserta ed un'altra è sempre disabitata ma molto rigogliosa di alberi e piante. Tutte queste comunità sono spesso molto distanti fra loro: fra Lilooet (dove ci siamo fermati in un locale che sembrava uscito pari pari da un film sui cercatori d'oro o sui commercianti di pelli) e Pemberton ci sono quasi 100 km di strada di montagna, a tratti sterrata (e guido sempre io!), che in inverno viene chiusa in cui non si vede alcun insediamento umano, ma che paesaggisticamente non ha nulla da invidiare a nessuno. Ad un certo punto abbiamo anche visto una diga enorme di tronchi e rami fatta dai castori, ma non siamo riusciti a vedere i castori (abbiamo però visto qualche scoiattolo ed un picchio dalla testa rossa) ed io ho visto anche una marmotta. Gli avvistamenti sono stati fugaci quindi non abbiamo fatto in tempo a fotografarli. Siamo anche passati per Whistler, sede delle prove di sci e bob delle ultime olimpiadi invernali, dove ci siamo fermati per riposarci, fortunatamente solo un'ora così Stefano non ha potuto fare danni irreparabili alla carta di credito. Infatti il nuovo centro del villaggio pare sia stato costruito proprio per le ultime olimpiadi e assomiglia in tutto e per tutto ad un outlet delle nostre parti. Ci sono proprio gli stessi negozi (Prada, Footlocker, Merrell, Helly Hansen...) alternati a bar e ristoranti, solo che al piano di sopra dei negozi, organizzati lungo portici e piazze, ci stanno gli alberghi. E' un posto molto carino, in questa stagione pieno di ragazzi con le mountain bikes (la prossima domenica si corre una gara ciclistica chiamata "Sea to Sky", dal nome della strada che congiunge Vancouver a Whistler e che ha lo stesso percorso), ed è, sino ad ora, il posto più affollato che abbiamo visto. Arrivati in pochi km a vedere il mare, dato che qui le montagne innevate hanno i piedi nell'acqua di mare poichè i ghiacciai hanno scavato dei profondi fiordi, ci siamo imbarcati per raggiungere Nanaimo, nostra attuale sede, sull' isola di Vancouver. Le procedure di individuazione del molo, acquisto biglietto, salita sulla nave (con la macchina!) e successivo sbarco sono avvenute quasi senza che dovessimo neppure slacciare le cinture di sicurezza, in pochi minuti e con un ordine e un'efficienza sorprendenti. La navigazione di circa 90 minuti è stata più che confortevole, su un ponte passeggeri con poltrone comode sia al coperto che all'aperto, 2 ristoranti, sala giochi per adulti e per bambini, spazio per animali domestici, numerose postazioni internet e/o telefoniche e negozio di articoli vari (ripeto: per 90 minuti di traversata, non per una crociera...). Più si va all'estero, più si capisce quanto l'Italia stia andando indietro e quanto si debba al più presto cambiare questa situazione.

E anche questa, che doveva essere solo una giornata di transizione, si è rivelata una giornata piena di gradite sorprese.

Alla prossima.
A proposito, ora comincia la parte più "selvaggia" del nostro viaggio, in zone non molto antropizzate (come se fino ad ora avessimo fatto un bagno di folla!) dove non siamo sicuri di poter trovare, come abbiamo sempre fatto sino ad ora, connessioni wifi disponibili (e gratuite! Altra differenza con l'Italia...). Ci faremo comunque vivi appena possibile.

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