martedì 16 agosto 2011

Großglocknerstraße


Sveglia alle 6 perchè si deve sfruttare tutta la giornata. Ci attende una delle 10 strade più belle del mondo (che però secondo noi non è all'altezza della Parkway 1 sulle Rocky Mountains o la Costiera amalfitana o la costiera da S.Francisco a Monterey...) ovvero la Großglocknerstraße, considerata comunque il paradiso dei motociclisti. Da un sito che Cinzia ha consultato sta scritto che nel carnet di un motociclista che si rispetti non può mancare questa strada, che infatti è costellata di "Bikers Point". Per fortuna il meteo è stato favorevole. La prima parte della strada, da Heligeblut alla Franz-Josef Hutte, è davvero stupenda, ricca di cascate e di laghetti (naturali ed artificiali) con animali al pascolo e casette in tipico stile Heidi. Pare che le acque abbiano poteri curativi: hanno dimostrato (???) che stando oltre un'ora al giorno in prossimità degli spruzzi della cascata per 15gg si poteva migliorare l'asma del 30% (ma farsi venire la bronchite nell'80% dei casi...)
La Franz-Josef Hutte è su una cima di fronte al Großglockner (la vetta più alta d'Austria), separata da questo dal Ghiacciaio Pasterze, il più lungo delle Alpi Orientali (ma destinato, come ormai tutti i ghiacciai a regredire molto rapidamente e, se le cose non cambieranno, ad estinguersi). Il clima non è comunque diverso da quello delle cascate del Niagara: megaparcheggi con autosilos, negozi di souvenir, terrazze ed ascensori panoramici, ristoranti, musei, percorsi didattici, funicolare che scende sino alle più vicine lingue del ghiacciaio... Dappertutto ci sono cartelli che avvertono della presenza di marmotte in loco, ma, secondo noi, con tutto quel casino di gente vociante le marmotte se ne stanno ben chiuse nelle loro tane insonorizzate. Le guide, comunque, dicono che le ore migliori sono quelle del primo mattino (la strada, peraltro a pagamento, apre dalle 5 alle 21) quando c'è pochissima folla e, spesso, le marmotte escono a fare una passeggiata o a procurarsi il cibo. La vista dal piazzale della Franz-Josef Hutte vale assolutamente il viaggio, il pedaggio ed i tornanti: raramente ho avuto occasione di vedere scorci di montagne con ghiacciaio annesso così imponenti.
La seconda parte della strada, che comprende la sosta alla stazione di valle per la cabinovia Panorama (9,80€ A/R) e successivamente all'Edelweisspitze non è nulla che si possa confrontare con la prima parte del tracciato (a meno che non si disponga di MOLTO tempo e si vogliano fare delle escursioni a piedi in quota lungo la cresta dei monti lì attorno (attività emozionante, gratificante, ma per noi troppo faticosa). Più avanti, non senza aver affrontato una strettissima strada molto ripida e ciottolata con 6 tornanti "da paura" si arriva al piazzale dell'Edelweisspitze, destinato alle centinaia di Bikers che arrivano sino quà sopra da ogni parte d'Europa (abbiamo visto Italiani, Olandesi, Belgi, Ungheresi, Sloveni, Lituani, ma soprattutto tedeschi e austriaci che salivano con ogni tipo di moto (cinquantini compresi!). In una struttura a torre era ospitato anche il "Biker's Nest", una sala con tutte le foto delle imprese sportive fatte (generalmente tra le due guerre) con le moto dell'epoca sulla strada appena costruita (la Großglocknerstraße è stata asfaltata e aperta al traffico 75 anni or sono, ma le gare risalgono al decennio precedente)
Dal "Biker's Nest" guardando verso valle si vede il lago di Zell, nostra meta intermedia e da lì infatti ci siamo incamminati per la discesa, che, pur molto bella paesaggisticamente, non assomiglia per nulla alla strada della salita. Arrivati dopo non molto (e qualche protesta del TomTom...) lungo il lago di Zell, ci siamo fermati per una sosta ristoratrice alla terrazza del Grand Hotel del lago. Luogo estremamente signorile, con terrazza sul lungolago ricoperta di fiori e allietato dalle musiche discrete di un pianista. Caratteristica particolare del luogo è stata vedere svariati ebrei osservanti che sia al bar, sia lungo il passeggio lungolago, indossavano la rituale Kippàh e addirittura un giovane tutto di nero vestito con i boccoli neri che gli scendevano da sotto il cappello. Ci siamo dati due possibili spiegazioni: o un gruppo di israeliani (tra cui qualche osservante) in un viaggio organizzato, oppure un convegno fatto in questi giorni a Zell Am See delle comunità israelitiche d'Austria. L'atmosfera era quella tipica mitteleuropea, signorile ma non settaria, lievemente decadente. Abbiamo riflettuto sul fatto che qui un'atmosfera ed un ambiente del genere è accessibile quasi a chiunque, mentre lo stesso ambiente di là dall'Oceano, diventa irraggiungibile ed accessibile solo a personaggi dell'altissima borghesia.
Partiti da Zell am See ci siamo diretti verso Velden, nostra meta finale dove siamo arrivati in un alberghetto molto suggestivo, dove si mangia benissimo e dove un cuoco tuttofare gestisce la baracca come un direttore d'orchestra. Pare che ci aspettino delle sorprese: barbecue in giardino, sauna, spiaggia a disposizione sul Wörthersee e qualcos'altro che uscirà a sorpresa (intanto ho adocchiato in giardino un albicocco ricco di frutti maturi...)

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